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giovedì 19 febbraio 2009

Ordinaria diversità, di Monica Gentile

Tu ti volti e sorridi. E io vorrei inghiottire ogni tuo sguardo. Fermare il tempo adesso. Ho il terrore di svegliarmi e di non ricordare cosa siamo stati. Un buco al posto di noi. Ho paura di guardarti un giorno e vedere solo una pallida ombra di quello che sei oggi.
Domani sarà una giornata normale,
di Michael Moutoy

Pamela non era una ragazza straordinaria, anzi, era abbastanza normale, nonostante si ritenesse un artista. Ancora stava cercando in quale settore artistico avesse talento: aveva provato a suonare il pianoforte e la chitarra ma i suoi vicini di casa le avevano sconsigliato di continuare la lezioni; si era messa a dipingere ma non ne capiva niente di disegno; si improvvisò anche poetessa ma quando regalò la sua prima poesia al ragazzo del momento, quello la mollò.
Il venerdì sera prendeva il motorino e si recava dalle parti di Trastevere, c’erano gli spettacoli che clown e cantanti e acrobati e attori regalano al pubblico delle piazze.
Capitava spesso che Pamela andasse fuori con amici suoi. Si sentiva molto sostenuta nel suo percorso artistico da loro. Purtroppo erano le uniche persone convinte che lei avesse talento.
Insieme a Monica, Pamela si sedeva sempre in prima fila, nella speranza che il clown ambulante la notasse al momento in cui avrebbe avuto bisogno di qualcuno del pubblico. Solo che quelli finivano sempre per chiamare dei bambini. Pamela si arrabbiava e cominciava a criticare lo spettacolo.
Espadrillas gialle, di Gioacchino Lonobile

In via Castro i ragazzi fermi all’angolo aspettarono d’incrociare il mio sguardo.
Mi fecero segno con la testa se avessi bisogno di qualcosa, negai con lo stesso movimento.
La calda aria estiva non riusciva ad asciugare l’umidità accumulata da decine d’inverni.
Sentii la mia mano tremare al contatto con il metallo freddo, caricai il colpo.
La P38.
L’arma in dotazione all’esercito tedesco.
L’arma che fu impugnata a due mani contro i carabinieri nel settantasette.
L’arma del famoso personaggio di Monkey Punch.
Era ottima al mio scopo.

giovedì 30 ottobre 2008



Flor

di Elena Vesnaver

Dai, Flor, dimmi se trovo l'amore.
Due di coppe, nove di danari, tre di spade.
Un uomo moro ti incoronerà di rose e ti farà padrona del suo giardino e poi ti spezzerà il cuore. Tre volte.
E dopo, chiede la ragazzina.
E dopo lo riprenderai.
È contenta la bambina, perché pensa che deve essere bello soffrire per amore, tanto contenta che regala a Flor un sorriso dove mancano due denti.
Flor accende una sigaretta. Le gira la testa perché oggi non ha mangiato.






Videotape da Carnate

di Nicola Villa

Allora, mandai tutta la VHS avanti fino alla fine, presi un lungo sorso di rhum, sbucciai un’altra banana e schiacciai rewind. Non so che mi successe. Forse le banane erano indigeste e mi avvelenarono il fegato. Forse ero completamente ubriaco e le mie percezioni si lasciarono corrompere dalle immagini, perché sul video vidi questo film: immagini di una città, presumibilmente Genova, con ovunque distruzione e macerie.

C’erano vetrine rotte, macchine capovolte o incendiate, fumo dappertutto e desolazione, povertà, tristezza e miseria.

mercoledì 2 luglio 2008


Al ritorno dalla discoteca, dopo aver sudato tutte le pailletes al ritmo di La isla bonita (erano gli anni ‘80), aprendo piano la porta al buio per non svegliare la nonna curiosa che gli avrebbe fatto l’interrogatorio del dopo discoteca, tipo “chi c’era? quanti eravate? e come ballate? ma come? ballate ognuno per conto suo?” etc etc, andarono verso la scatola della Timberland per accertarsi che Picca Piccion stesse bene, ma con sorpresa non c’era più.


(da Picca Piccion, di Anna Bosco)


L’odore del sudore di quegli uomini si mischia a quello del grasso dei macchinari. Li conosce, eppure non riesce a ricordare i loro nomi. Forse la coscienza non vuole scivolare nel terrore. Evitare di nominarli può essere una scappatoia.
“Dài, muoviti” dice quello con pochi capelli e le unghie lunghe e sporche “ce li abbiamo tutti addosso, avant’e’ retro”. L’altro, secco e giallo, annuisce e non dice niente. Continua a grattarsi la testa, poi si spolvera via la forfora guardandosi un po’ dietro le spalle, per essere certo che è caduta. Poi ricomincia da capo. Suona un cellulare. Risponde senza parlare. Ascolta e richiude. Sul display un numero di un paese estero lontanissimo. Il rumore comincia come un ronzio, e poi si fa largo e profondo. Roberto sa cos’è. Sa qual è il suo risultato.
TAGS nr 11 : Camorra - Rifiuti speciali - Casal di Principe


da "L'uomo perfetto"

(..) Mauro aveva begli occhi, e lei pensava di amarlo.
Antonio era stato il suo primo amore, e quel legame forte non intendeva spezzarsi. Giulio era simpatico, brillante e galante, come un uomo d'altri tempi. Impossibile farne a meno. Riccardo era sexy, arrapante in maniera incredibile, con qualcosa di magnetico nel suo modo di guardarla. Luigi la faceva ridere. Salvatore era un uomo maturo, niente a che vedere con gli altri. Era saggio e le faceva un po' da padre.
Carlo scopava da maestro. Nicola era stimolante per la sua cultura, la sua intelligenza e quella conoscenza delle cose che la lasciava a bocca aperta.
Martino la corteggiava da anni in maniera tenerissima, scrivendole lunghe mail e rinunciando a tutte le altre donne per un minuto con lei. Le sembrava giusto premiarlo, seppure di tanto in tanto.

TAGS NR 8


venerdì 13 giugno 2008





Mia cara, ieri sera ti ho trovata che impastavi dolci come una forsennata. La cucina era piena di colori e odori di frutta calda e di vaniglia. Da ragazza non sapevi cucinare neanche un uovo sodo eppure, da quando ti conosco, hai sempre fatto odore di vaniglia. E sudore.
Chi se li doveva mangiare tutti quei dolci?
Indossavi i guanti di lattice e tutto ti scivolava dalle mani. Anch’io, a momenti mi rompevo l’osso del collo scivolando sulla farina.
E tu continuavi ad impastare.
Nell’ipotesi improbabile di una cena, avremmo mangiato crostate.
“L’uso eccessivo di carboidrati non favorisce una corretta alimentazione”.
L’ho buttata lì per suscitare reazione ed interrompere quella fase compulsiva.
Spirocheta pallida
di Marisa Vinci
Tags: Sifilide - Crisi di coppia - Crostate
Prezzo di copertina: Euro 2.00






Quella sera poi, tra l'altro, mi veniva da pensare al tizio che aveva messo sotto con l'auto due ragazze straniere.
Ai telegiornali avevano passato un video che l'assassino colposo aveva messo su youtube e girato qualche giorno prima della tragedia.
Nel filmato si prodigava in alcuni comportamenti scorretti al volante, sotto effetto di non si capisce bene che cosa, forse vinello de li castelli.
Io ritornavo dalla solita serata a base di alcool, hashish e buone intenzioni. Queste ultime terminate molto prima delle altre due.



Se non sai che fare


Guiro Karelias


Tags: Tasso alcolemico - Dio - Nichilismo


Costo di copertina: Euro 2.00


“Sono un’artista e amo le cerimonie. Amo la sacralità che si respira in questi luoghi del Chianti. I colori, i sapori. Ovunque io giri lo sguardo, Dio c’è.
Io il padreterno me lo immagino con un coltello in mano: un pezzetto di Adamo si toglie, ed ecco la donna; si stufa di noi, e subito taglia i cieli e la terra, o si inventa un bel diluvio dividendo con la sua lama affilatissima le acque del mare.. Non ho dubbi: Dio usa il coltello, per distruggere e creare da capo. Per questo accetto sempre con entusiasmo di prendere parte a qualsiasi cerimonia, battesimi e funerali, ricorrenze di ogni genere: le cerimonie sono creative. “Dopo”, tutto cambia. Qualcuno si sposa, uno nasce e viene battezzato, un altro muore e via, lo accompagniamo al cimitero.
Mi piace vederlo all’opera, nostro Signore, quando taglia.
Siamo veri artisti, e lo stile è lo stesso, ne sono certa. Due splendidi creativi. Anche io, come Lui, ho pensieri grandi, grandissimi. Soprattutto riguardo ai coltelli.”

Confetti e delitti

di Roberta Lepri

TAGS: Guernica - Chianti - Panna

16 pagine

Prezzo di copertina Euro 2.00

martedì 29 aprile 2008


Incipit:

Non è mai stata una casa e non l’ho mai vissuta come mia, anche se ero la sola a pagarne l’affitto. Era piuttosto un mix tra un tetto sotto cui ripararsi, una succursale di una sezione politica, un centro di accoglienza per rifugiati e non solo politici, un luogo di intrattenimento dove tutto era consentito senza rispetto di regole, che peraltro non esistevano: chi aveva le chiavi mangiava, dormiva, vomitava, scopava.
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Approfondimenti: Lotta Continua, Mauro Rostagno, Adriano Sofri
Casa Ariosto
di Giusi Catalfamo
Collana TAGS nr 1/2008
Formato A/5
Pagine 16
Costo € 2.00